Il rumore irrita e indispone. Ostacola il dialogo e la concentrazione. Ma questi sono effetti collaterali di breve termine. L’aspetto realmente negativo del rumore è che distrugge l’udito delle persone esposte in modo tanto lento e subdolo che all’inizio non si accorgono di quanto accade loro. Quando se ne rendono conto il danno è fatto ed è IRREPARABILE.
Gli effetti dannosi del rumore si possono classificare come:
- Di mascheramento
- Incapacità a registrare altri suoni
- Psicologici (irritabilità, sintomi di stress)
- Fisiologici
Questi ultimi variano dal danno grave all’orecchio interno, all’aumento della pressione sanguigna, della funzione metabolica e della frequenza respiratoria, e via via alle emicranie, nausea, tensione muscolare, affaticamento e nervosismo.
Un po’ di fisica: soglia di dolore e di udibilità
Il rumore viene comunemente identificato come un “suono non desiderato” o come una “sensazione uditiva sgradevole e fastidiosa”. Dal punto di vista fisico, infatti, rumore e suono hanno caratteristiche che si sovrappongono, al punto che un suono gradevole per alcuni può essere percepito da altri come fastidioso. Il suono è definito come l’effetto che le vibrazioni dell’aria provocano sul timpano e che l’orecchio umano riesce a rilevare. Queste vibrazioni causano variazioni di pressione, il cui numero, al secondo, viene definito frequenza del suono. La frequenza è misurata in Hertz (Hz). L’intensità del suono percepito nel punto di misura viene espressa in decibel (dB). I suoni che l’orecchio umano è in grado di percepire sono quelli che si trovano all’interno della cosiddetta banda udibile, caratterizzata da frequenze comprese tra 16 Hz e 16.000 Hz e da livelli di pressione sonora di circa 139 dB.